Ecco l’intervista integrale rilasciata a Terra, Quotidiano ecologista.
Intervista Marenia Terra
M.B.: I Marenia hanno pubblicato il loro ultimo lavoro “Scantu” nell’ottobre del 2010. Io l’ho definito un diario dei blues che affliggono i destini del Sud del Mondo e dei suoi popoli. Popoli e musica, Popoli e danza, Popoli e sonorità delle metropoli. Ma dal vostro punto di vista quanto è raccolto, atteso all’alba del secondo decennio del 21° l’idea di UN messaggio artistico dai Popoli affannati dal consumo?
Marenia: La maggior parte delle persone è passiva, demotivata e succube di una mala informazione, deviata da poteri forti in ogni campo e direzione. L’arte, o meglio l’industria che vorrebbe propinare arte sintetica, ma che sempre industria resta, non riesce più ad intercettare ciò che la gente desidera per crescere ma lo impone, cercando di cancellare con abili scelte, le diversità. L’appiattimento del gusto è una eccellente manovra che diminuisce i rischi per ogni attività imprenditoriale e questo modo di concepire anche la musica è ormai davanti agli occhi e spesso nelle orecchie di tutti. Riuscire ad essere liberi da questi pesanti compromessi non è cosa da poco perché si è influenzati in ogni modo e non sempre ciò che “serve” per fare profitto è ciò che si vuole suonare. La nostra scelta è solo nella direzione del gusto personale. Noi siamo questo. E per ora siamo ala semina!
M.B.: “Scantu” è stato prodotto nei locali dell’associazione illimitarte a Villaricca, illimitarte che per l’occasione avete eletto anche ad etichetta per essere indipendenti ad ogni livello e proprietari delle edizioni, senza cederle ad una editoria discografica confusa e demotivata. Ma dove si può arrivare effettivamente con i mezzi propri? E quali strumenti adottate per promuovere la vostra attività di musicisti?
Marenia: Nel 2004 abbiamo fondato illimitarte che si occupa di aggregazione giovanile, lotta al razzismo, omofobia, xenofobia, e contrasto alle mafie, attraverso la formazione musicale, la valorizzazione dell’arte indipendente e l’integrazione. L’Associazione ha bisogno di costante attenzione ed abbiamo deciso di devolvere tutti diritti editoriali ad essa. In questo modo si crea un nuovo fuoco che alimenta culture e l’humus per costruire artisti e cittadini migliori, in una terra martoriata e stanca. In effetti la miglior promozione è incidere e suonare il più possibile, proporre la propria musica, anche se in questo periodo non è affatto facile. Questo governo, con il continuo taglio alle istituzioni locali, ai fondi per eventi e cultura, associa quest’ultima ad un’arma da spuntare il possibile. E lo fa, in diversi modi. Togliere gente dalle piazze vuol dire parcheggiarli davanti alla TV e vendere pubblicità. Vuol dire diminuire esponenzialmente le voci fuori dal coro. Divide et impera. I locali offrono caciara e chi contrasta le attività illegali delle mafie non può che starne alla larga. Spesso sono l’ultima occasione che il rientro di capitali sporchi ha offerto agli imprenditori collusi con la criminalità per reinvestirne i proventi di attività illecite. Senza sostegno i Festival, fiore all’occhiello di una fervente scena indipendente, si trasformeranno in breve tempo in sagre (con tutto il rispetto!) e saranno danneggiati gli artisti liberi e lontani dal palazzo. La casta si blinda con chi offre loro consenso e piaggeria, tutti gli altri sono fuori dalla scena. In questa fase occorre resistere e lasciare quante più tracce di se è possibile, per quelli che verranno e capiranno.
M.B.: Per chiudere questa breve intervista volevo portarvi sul tema artisti indipendenti e territorio napoletano. Cosa frena a vostro parere l’affermazione dell’inedito dalle nostre parti e di contro in cosa ti pare che il napoletano abbia da proporre/suggerire sempre a livello gestionale/organizzativo/promozionale ad altre realtà italiane?
Marenia: Crediamo che la soluzione sia nel liberare i giovani dalla televisione mainstream. È in atto da qualche tempo una massiva diffusione dei Social Network, ciò allontana dalla Tv i ragazzi e chi di fatto è attratto anche dalle relazioni umane viene esposto ad un sistema di informazione diretto e senza filtri. Questo da un lato libera l’informazione ma potrebbe anche, come spesso accade, trasformarla in “fattoide”, ovvero fonti non certe e non citate, siti costruiti ad hoc per disinformare, e bufale varie che possono distrarre da ciò che si deve sapere, ovvero la notizia reale, magari di un concerto flop, o di un disco brutto. Perchè parliamo di ciò? Perchè quasi tutto il sistema informativo artistico è in mano agli uffici stampa, giornalisti che oltre ad essere al soldo dell’editore, vengono pagati per diffondere le notizie “promozionali” anche dal management o dagli stessi artisti. Terribile. È il vero motivo per cui si leggono gli stessi articoli su più media e si riduce notevolmente lo spazio per parlare di nuovi esponenti. Crediamo che liberarsi di chi non sceglie in libertà ma si vende, sia come estendere un ulteriore diritto di voto alla gente. Napoli può offrire molto in questo. Ha un congruo e valido numero di artisti, ha la gente ricettiva e calda, ma purtroppo ha delle grandi erbacce, che vanno estirpate con forte impegno e dedizione da parte di tutti gli uomini liberi.
La nostra intervista su Terra 🙂
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